La Moka Lab è la valvola di sfogo dell'agenzia La Moka, uno spazio aperto
verso cui far convergere qualsiasi argomento riguardante il sociale,
la pubblicità progresso, sostenibilità e tutela ambientale, sensibilizzazione civica,
idee e news sul mondo del marketing, della pubblicità e del design.


La Moka Lab is La Moka Agency's outlet, an open space
an open space in which letting converge any argument such as the social,
the advertising progress, the environmental sustainability and defense, the civic sensitiveness,
the design, ideas and news on the world of the marketing.



30 dicembre 2010

I colori nel web



Da decenni le aziende produttrici di beni tangibili investono cifre esorbitanti nello studio dei colori, al fine di “attribuire” al proprio prodotto la veste più in linea con i propri obiettivi di comunicazione - in generale - e con la propria brand identity - nello specifico.

Conoscere le modalità attraverso cui l’occhio umano percepisce i colori, e soprattutto le reazioni suscitate da questi in termini emotivi e inconsci, significa poter scegliere di utilizzare specifiche variazioni cromatiche sulla base di criteri più o meno oggettivi, non basati esclusivamente sul gusto personale, significa poter realizzare un progetto in maniera professionale e non improvvisata.

Avete mai notato di apprezzare “istintivamente” un web site senza in realtà aver neppure messo a fuoco le singole parti che lo compongono o letto i contenuti testuali in esso pubblicati? L’utilizzo dei colori nella strutturazione della pagina ha esattamente questo potere, e chi opera nel web design questo lo sa bene.

Le principali funzioni del colore sono:

- Aumentare la leggibilità del documento

- Evidenziare determinati elementi

- Creare uniformità informativa

- Creare associazioni emotive

I colori sono di due tipi:

· colori caldi (rosso, arancio e giallo) determinano eccitazione

· colori freddi (viola, blu e verde) trasmettono serenità.

I colori portano con sé diversi sentimenti:

Tra il Giallo e il Verde si collocano la gioia, la serenità e la calma;Tra il Verde e il Blu: si collocano la calma, il disagio, l’inquietudine;Tra il Blu e il Rosso: si collocano l’inquietudine, l’aggressività, l’eccitazione;Tra il Rosso e il Giallo: si collocano l’eccitazione, il piacere e la gioia.

E sulla base di ciò il rosa è utilizzato ad esempio nei forum femminili, il verde da aziende che operano nel campo farmaceutico e chi più ne ha più ne metta.

Le combinazioni di colori quindi, sono vere e proprie armi strategiche.

L’accostamento di colori complementari (opposti tra loro nel cerchio cromatico) determina un contrasto che mette in risalto gli elementi. A essi si ricorre, ad esempio, quando si vuole attirare l’attenzione dell’utente su un pulsante da cliccare; l’effetto di contrasto varia al variare dello sfondo su cui i colori son posti: ciò induce ad esempio a valutare attentamente le tonalità di testo e sfondo al fine di massimizzarne la leggibilità.

L’accostamento di colori contigui invece ha l’effetto inverso, tutela l’occhio da eccessivi e fastidiosi sbalzi cromatici. Nel web è, in generale, bene non utilizzare più di tre o quattro colori, e combinazioni di colori presenti in natura.

La saturazione e l’intensità di un colore determinano l’equilibrio e la proporzione degli oggetti nella pagina.

L’accostamento di colori freddi invece che caldi collabora nella maggiore resa tridimensionale; dunque una stessa immagine “riempita” di tonalità diverse può essere percepita come più “pesante e piena” o più “leggera e vuota”.

Alla luce di queste (ed altre) semplici ma spesso ignorate regole, uno dei colori ai quali maggiormente si ricorre nel web (accanto al nero e al bianco) è l’azzurro, tanto da essere oggi protagonista di un’associazione molto diffusa azzurro = web 2.0 (Facebook, Twitter, Linkedin, Friendfeed)


20 dicembre 2010

Errori nel marketing virale


Nel nostro ultimo articolo vi abbiamo descritto come deve essere un corretto messaggio virale.

Oggi invece vi vogliamo indicare quali possono essere gli errori più comuni che vengono fatti dai responsabili di comunicazione delle aziende, e che ovviamente sarebbe meglio evitare.

Ci sono errori comuni nel marketing virale:

· essere spaventati dal virale e non usarlo;

· pensare che il virale parli solo di sesso;

· non sapere perché si vuole il virale;

· non sapere cosa il virale può o non può fare (le campagne virali possono essere usate per una varietà di differenti obiettivi di marketing tra cui, buzz, pr, data-capture, direct sales, advertainment, brand partecipation);

· fraintendere il processo della campagna virale non seguendo gli step della strategy;

· scegliere di usare il virale all’ultimo minuto;

· non usare web hosting esperti di marketing virale;

· pensare che il virale riguardi solo internet;

· pensare che il virale sia globale e non locale;

· realizzare una creatività mediocre;

· commissionare una campagna dicendo “voglio un gioco” o “voglio un film”;

· provare a fare troppo all’interno della singola campagna;

· non pensare a lungo termine;

· ignorare la semplicità;

· riferirsi alla parola virale nel contenuto creativo senza chiarirne il senso;

· sottostimare;

· comprare una mailing list;

· non lavorare con un’agenzia specializzata.

9 dicembre 2010

McMuffin Massive B

Per promuovere il McMuffin Massive B, il nuovo prodottoMcDonalds, l'azienda lo fa comunicando proprio della caratteristica principale del McMuffin, la grandezza.
Massive McMuffin Breakfast è servito :)




6 dicembre 2010

Il video virale

Come deve essere un messaggio virale?

Le storie virali si diffondono perché sono in grado di rinforzare il legame emozionale tra le persone.
Possiamo stabilire alcuni criteri di valutazione del contenuto di un messaggio virale:
1. la storia deve catturare l’attenzione, quindi essere divertente, provocatoria, irriverente, sovversiva;
2. contenuto nuovo, qualcosa che l’utente non ha mai visto prima o comunque migliore di quello che ha già visto;
3. l’esecuzione necessita di un format condivisibile online con la propria rete sociale;
4. il contenuto deve invogliare alla condivisione, gli esseri umani hanno una tendenza innata a raccontare storie, quindi condivideranno e creeranno conversazioni quando il materiale offre i giusti spunti;
5. riferimenti ad avvenimenti attuali, dato che la vita media di una notizia è breve, questi devono essere utilizzati con la massima tempestività per evitare di essere respinti;
6. il pay-off deve avvenire rapidamente, il tempo è denaro e i consumatori non vogliono far sprecare tempo alle altre persone.
7. lunghezza breve, un virale non deve durare più di un minuto e mezzo;

Un punto di forza di un progetto di marketing virale è dato dalla natura volontaria della propagazione del messaggio, le campagne virali sono storie che vale la pena di raccontare, ed è per questo che quando si progetta una campagna virale si deve focalizzare l’attenzione su domande come: chi dovrebbe mandare questo contenuto? A chi dovrebbe mandarlo? Perché dovrebbe mandarlo?. La risposta consente di progettare contenuti rilevanti e di posizionarli solo dove possono essere apprezzati, raccolti e rinviati.

Ecco due esempi di video virali per eccellenza:



p.s. se usate gatti e bambini siete a metà strada ;)

25 novembre 2010

Donne e pubblicità


Suitsupply è una nota casa di moda olandese, che da poche settimane ha lanciato una campagna pubblicitaria per promuovere la nuova collezione chiamata “shameless“, spudorato. Quanto si possono considerare creative?












24 novembre 2010

Vampire party per donatori di sangue



Campanga non convenzionale per Djuice, compagnia telfonica dell' Ungheria e Croce Rossa hanno deciso di “unirsi” per stimolare i giovani di Budapest al di sotto dei 26 anni a donare il sangue. Nei centri dedicati per la raccolta di sangue (trasformati ad hoc per l’occasione), per ogni litro di sangue donato Croce Rossa e Djuice hanno regalato un ingresso omaggio al Vampire Party, truccando i fortunati vincitori con due buchi sul collo. In pochi giorni sono stati raccolti circa 25 litri di sangue.

22 novembre 2010

Marketing virale e social media

Una strategia di marketing virale o di buzz marketing non significa solo creare un progetto di forte impatto creativo che porti il picco di visualizzazioni a un video o di fan a una pagina Facebook, ma significa invece tenere sotto controllo tutto il periodo di diffusione della campagna, l’andamento del lavoro degli utenti, il loro passaparola e la loro interazione.

La comunicazione virale definisce l’insieme delle strategie che permettono un più semplice, accelerato ed economico sistema per diffondere e condividere un messaggio. Questa condivisione è permessa grazie alla diffusione delle nuove tecnologie, il loro impatto e la loro influenza, e mette in primo piano i protagonisti che la utilizzano.

Attraverso questi strumenti si offrono al consumatore esperienze più profonde e coinvolgenti perché c’è la possibilità di sfruttare ambienti nuovi, senza limiti fisici, geografici, temporali.

La moderazione della campagna virale e l’interazione con il brand, inoltre, permettono la ricezione di feedback durante lo svolgimento della campagna da parte dell’utente.

Il web 2.0 rappresenta la massima espressione della relazione tra azienda e consumatore sul web. Un patrimonio relazionale che viene utilizzato dall’azienda non solo per ascoltare passivamente, ma anche per lanciare nuove iniziative, per testare prodotti o per sviluppare idee innovative.

La relazione è quindi alla base di un’azione virale.

Il caso che vi propongo è l’iniziativa di Greenpeace vs Nestlè, ricorderete sicuramente il video con cui Greenpeace chiede a Nestlè un break per foreste e oranghi.



Nestlè quindi ha timidamente annunciato che avrebbe utilizzato dell’olio di palma sostenibile, ma Greenpeace ha lanciato una controffensiva, chiedendo ai suoi sostenitori di protestare contro Nestlè, condividendo i video online e modificando la propria immagine del profilo di Facebook con l’immagine “Nestlè Killer” e boicottando i prodotti Nestle.

Subito, tantissimi sostenitori di Greenpeace hanno modficato la propria immagine del profilo, invaso la pagina fan di Nestle su Facebook, innescando un meccanismo che ha portato a tutta una serie di commenti negativi e mal gestiti.

Infatti uno (sfortunato) rappresentante Nestlè si è messo a dettar legge sulla pagina (con tanto di insulti, censure, e minacce).

Che cosa fare nel caso di una rivolta dal basso?

Questo esempio ci mostra quanto sia importante la gestione e la moderazione di una pagina fan fatta da professionisti e non da dipendenti che passano lì per caso.

Il community manager non può essere uno stagista a cui affidiamo piena libertà solo perché fa parte della nuova generazione. Non ci si può improvvisare; serve una figura con esperienza, oltre che in grado di comunicare tempestivamente con il top management. Soprattutto nel caso Nestlè, visto che stiamo parlando di una comunicazione corporate.

E attenzione, anche chiudendo commenti o rimuovendo la fan page, la conversazione si sposta altrove.

Quindi è importante ascoltare e classificare le domande o le affermazioni negative e individuare il problema di fondo che si nasconde dietro all’attacco.

Uno degli errori di Nestlè è stato quello di prendersela con gli utenti e rispondere in modo offensivo.


Il nostro consiglio:

- proponi intanto una soluzione;

- poi... ascolta le soluzioni proposte dai consumatori.

18 novembre 2010

Samsung Galaxy Tab come antagonista all’ iPad




Ecco il nuovo Samsung Galaxy Tab e il suo nuovo video virale.
U gruppo di dipendenti della Manikowski Worldwide si ritrova alle prese con alcune disavventure, ma con loro c’è Galaxy Tab.


16 novembre 2010

Condom o no condom?



Condom or no condom? Questo video è stato realizzato da una organizzazione non-profit inglese.
Il video, rivolto ai ragazzi, fa un chiaro esempio di tutto quello che può succedere se scegli o no di comprare un profilattico. Le conseguenze delle tue azioni, se decidi di usarlo o no.





Alcuni degli esempi più famosi di questa tipologia di video:

Tripp-ex



Hell Pizza

Alex Droner vita su facebook



E’ un corto sulla vita di un uomo raccontata attraverso il profilo Facebook. Sembra il profilo di ognuno di noi, fatto di contenuti, interazioni, relazioni, tutta la vita al di fuori di Facebook viene raccontata attraverso Facebook. Il regista è Max Luere.

11 novembre 2010

Fun Hotel Montemezzi

Quando vi parliamo di comunicazione non convenzionale, non parliamo di azioni assurde, o costosissime. Oggi vi proponiamo un esempio di azione di guerrilla molto semplice e diretta, unita all'utilizzo degli strumenti social media.




Guardate l’Hotel Montemezzi di Vigasio, in provincia di Verona, come ha deciso di approcciare con i propri clienti, sicuramente in maniera completamente diversa dagli altri alberghi, lo chiamano “The Fun Hotel”.
All'insaputa degli ospiti si sono realizzate candid camera con strani personaggi come protagonisti, supereroi, agenti segreti, che per due giorni hanno fatto scherzi comparendo all'improvviso da una porta, rubando il bagaglio di qualche ospite o servendo velocemente ai tavoli :).



Come potete vedere le candid sono molto semplici, ma divertenti e accattivanti per il pubblico online.
Inolte l'Hotel Montemezzi, ha una pagina fan, sulla quale può interagire con gli ospiti passati e gli ospiti futuri, e sulla quale ci aggiorna su quelle che saranno le azioni future, come lo specchio magico o la modifica dell'arredo all'interno di una camera all'insaputa del cliente :)
E poi il blog dove trovare le schede dei personaggi protagonisti delle candid.

8 novembre 2010

Come si fa guerrilla?

Le campagne di guerrilla sono usate come campagne complementari in grado di accelerare il posizionamento del brand o sottolineare specifici valori di marca.
Ogni azione sul territorio deve potersi trasformare in qualcosa di memorabile che viene raccontato e che può essere interessante per i media, cosi ogni evento deve contenere un invito implicito alla viralizzazione.

Un’ azione di guerrilla per diventare notizia, deve essere in grado di vincere una serie di barriere:
• relative al contenuto, quanto è importante o interessante la notizia, il livello di importanza dei soggetti coinvolti, impatto sull’interesse nazionale, quantità di persone coinvolte, rilevanza rispetto agli sviluppi futuri;
• relative alla concorrenza: una notizia può essere selezionata da un giornale solo perché ci si aspetta che lo facciano anche altri editori;
• relative alla proprietà: ogni testata tende a tutelare il suo proprietario e le reti economiche che lo sostengono, eviterà quindi di pubblicare notizie che danneggino l’editore.

L’idea, il progetto o il marchio dovranno essere nascosti all’interno di un vero e proprio cavallo di Troia in grado di superare le barriere protettive del sistema.

Una volta raggiunta la visibilità mediale, la news deve essere in grado di replicarsi nel tessuto sociale, deve essere abbastanza interessante da trasformare una parte consistente del pubblico dei media in untori desiderosi di condividerla con altri.

La notizia deve diventare passaparola, leggenda metropolitana, gossip, un virus che aumenti il prestigio di chi la diffonde, senza incontrare news in competizione.


Questo è un esempio di ottimo guerrilla, ma possiamo considerarlo anche viral, e buzz marketing, l’idea, il marchio e il progetto sono perfettamente nascosti all’interno dell’evento e come potete notare la virilizzazione su giornali e blog ha avuto grande successo.

3 novembre 2010

Google Demo Slam



Google ha lanciato Google Demo Slam , piattaforma dedicata a demo tecniche di prodotti e tecnologie, anche non necessariamente legati a Google, per i quali il requisito fondamentale è quello di essere creati dagli utenti stessi. L'obiettivo è di riuscire ad avere demo tecniche meno noiose.

Da oggi è dunque possibile accedere al sito e votare gli scontri tra le presentazioni, mettendo l’uno contro l’altro le demo per ora create anche da Google. Oltre ad aumentare la creatività delle demo, ovviamente l'obiettivo di Google è di attirare più persone possibile.

L'idea è sicuramente coinvolgente per gli utenti ma il risultato potrà vedersi solo a lunga scadenza, la riuscita dipenderà ovviamente dal numero di utenti che riuscirà a chiamare a sè, ma soprattuto da quante persone decideranno di partecipare.

Ecco il video per la promozione.

2 novembre 2010

Tecniche per creare Buzz

Il marketing contemporaneo si fonda sul ritorno alla centralità del valore del passaparola, sulla trasmissione di informazioni, considerazioni, opinioni. Le ricerche dimostrano che le persone sono più propense a fidarsi di una comunicazione che avviene attraverso il passaparola, rispetto a forme di persuasione più tradizionali, come la pubblicità classica o azioni di marketing convenzionali, perché esiste una forte credibilità derivata dall’alto valore percepito della fonte, ritenuta attendibile non avendo un interesse diretto alla vendita.

Ci fidiamo più del consiglio di un amico o di un parente che ha già acquistato quel prodotto o servizio rispetto a un messaggio pubblicitario.
Il valore del passaparola è indiscutibile perché le persone citano il passaparola come forma di comunicazione che più di ogni altra cosa influenza la decisione d’acquisto.

Per incentivare il passaparola, le aziende cercano di trasformare i consumatori in promotori attraverso diverse tecniche:

programma sconti: il modo più elementare per incentivare il passaparola positivo, mettendo a punto uno sconto che funzioni come una ricompensa per coloro che passano parola a nuovi clienti;
distribuzione di campioni: invece di distribuire gratuitamente campioni prova a chiunque all’interno di un mercato target, si selezionano gli utilizzatori leader, ai quali viene dato il campione e i quali diffonderanno la notizia;

potere ai clienti: trasformare i partecipanti alle ricerche di mercato in promotori, facendogli percepire di poter influire sulla realizzazione di un prodotto, un servizio, un iniziativa, attraverso le risposte che danno alle domande di un questionario;

ambasciatori del brand: questo strumento si basa sull’idea di invitare i consumatori migliori e più soddisfatti a diventare ambasciatori del brand, attribuendogli particolari privilegi, sia per se stessi, sia da condividere con gli amici (se porti un amico avrai un prodotto gratis). Questi privilegi possono includere offerte esclusive, inviti speciali, anteprime su nuovi prodotti;

buona causa: appoggiare una causa nobile, non solo aumenta le vendite in modo diretto fornendo un ulteriore motivo di scelta, ma fornisce anche ai consumatori attuali un’altra motivazione per passare parola.

Il passaparola che avviene ad alta frequenza produce l’effetto buzz (ronzio), da qui il buzz marketing: marketing virale finalizzato alla realizzazione di prodotti, servizi o comunicazioni commerciali che abbiano in sé la propensione a diffondersi spontaneamente fra le persone come virus.

27 ottobre 2010

Eristoff: walf is back

Un branco di lupi vagava tra le vie di Mosca terrorizzandone gli abitanti. Diversi video in rete documentavano il fatto.

Ecco i video degli abitanti della città che testimoniano questa invasione. Terrificante!!









Niente paura è solo un Fake :)

E' una campagna di guerrilla, Walf is Back, per promuovere la vodka russa Eristoff.

Ecco il vero video :)




Photoshop PSD

Photoshop è uno strumento utile per chi fa comunicazione, ma anche per chi non lo fa di mestiere.
Questo video ci suggerisce Photoshop come strumento di vita, cioè come sarebbe bello se potessimo controllare la nostra vita come si fa con un PSD, come sarebbe bello se potessimo aggiustare i livelli sbagliati, unirli, o duplicarli, fotoritoccando cosa non va? :)


I Have PSD from Hyperakt on Vimeo.

26 ottobre 2010

LG e i fumetti

LG per promuovere il nuovo smart phone, Optimus 7, ha deciso di creare un video davvero originale, ambientato in Corea, in un mondo fatto di illustrazioni, lotte, mostri giganti.

Un protagonista, e la sua bella amica, sconfiggono il mostro polipo grazie all'aiuto di un esercito di guerrieri locali, e lo fanno grazie al nuovo smart phone.
La storia è narrata attraverso un fumetto e il montaggio fatto in pieno stile smart phone :)

Presentazione davvero originale.

24 ottobre 2010

I social media alla conquista dei consumatori

Da qualche anno ormai si parla del ruolo che stanno assumendo i social media nei processi decisionali di acquisto di prodotti e servizi. Si parla del fatto che possono influenzare le decisioni di acquisto del consumatore facendo in modo che, nel momento in cui insorge un bisogno, tra le varie fonti informative a cui l’utente/cliente può attingere per informarsi, tra cui motori di ricerca, sito del venditore, comparatori di prezzi, mondo off-line, ci siano anche i social media.

Come vi abbiamo detto nell’articolo della scrosa settimanapromuovere qualcosa sul web significa garantirgli visibilità in mezzo a una marea di contenuti, rendere consapevoli i navigatori della rete della sua esistenza, attirare la loro attenzione e, soprattutto, intercettare i loro interessi e bisogni”, per fare ciò l’azienda ha bisogno di migliorare la propria reputazione, rafforzare l’importanza del brand e dei prodotti, strappare clienti alla concorrenza e fidelizzarli nel lungo periodo.

Cosa si può fare?

Ora va di moda, avere una pagina fan, un blog e collegare questi con dei profili Twitter, Facebook e Friendfeed ecc..

Scelti i canali ci si chiede: e ora? Cosa devo dire? Che ci scrivo?

Si perchè il marketing su Facebook va progettato proprio come qualunque altra iniziativa di marketing.

Che senso ha creare una pagina fan su Facebook se non si sa se il tuo target di riferimento è su Facebook, perchè ci sta e cosa fà?

Quindi dovresti chiederti:

1) La tua pagina fan che obiettivi deve raggiungere?

2) Crei da solo la tua pagina fan, ma poi sai come misurare i risultati?

3) Ora che hai creato la tua pagina fan, puoi gestirla? Hai contenuti da inserire?

4) Ora che hai aggiunto fan in maniera indiscriminata, chiedendo ad amici e parenti di suggerire la pagina ad altri amici e parenti, sei sicuro di comunicare con il target giusto?

5) Hai il tempo per dialogare con i tuoi fan?


Quindi, se hai fatto il grosso errore di credere che fare marketing su Facebook equivale a possedere una pagina fan probabilmente rimarrai deluso, non otterrai risultati e dirai in giro che Facebook non serve.

Se, invece di fare da solo, ti fai aiutare da chi ne sa un po’ di più, i benefici ci sono?

Uno su tutti: posizionamento di lungo periodo del brand nelle mappe mentali dei consumatori, che significa che si ricorderanno di te quando avranno bisogno del prodotto che vendi tu e non andranno neanche a fare ricerche sui motori o sui comparatori di prezzi o tantomeno sui profili social, ma andranno direttamente sul tuo sito web ad effettuare l’ordine.

Friendfeed è sicuramente uno dei più grandi contenitori di chiacchiere del Web. Questa caratteristica fornisce alle tua azienda due opportunità: prima di tutto una miniera d’oro di feedback e commenti che devono essere monitorati e moderati, cosi da creare un terreno facile per iniziare a dialogare e creare relazioni con le persone.

Twitter rappresenta un’ottima piattaforma di diffusione di informazioni, non può essere considerato l’ideale per dare vita ad articolate conversazioni che coinvolgono più utenti. Le relazioni possono essere sì costruite come rapidi e brevi botta e risposta tra organizzazione e utente su problemi/questioni specifiche.

Forse è questo il motivo per il quale Twitter ha avuto successo come piattaforma di customer service.

21 ottobre 2010

IKEA 6x3

Invece del classico cartello 6x3 Ikea ha utilizzato quel tipo di spazio per comunicare al meglio le potenzialità delle proprie porte scorrevoli :)
L'idea è della DDB Germania, e ovviamente non possiamo fare che complimentarci.

La faccia della gente stupita e dei passanti che provano la porta sicuramente garantisce all'Ikea di aver speso correttamente i propri soldi...di certo resta impressa :D

19 ottobre 2010

Penna Pilot Frixon

Per la penna Pilot Frixion capace di scrivere e cancellare è stato creato questo video in stop motion che ci racconta la storia dell'evoluzione :)


17 ottobre 2010

Nuove strategie per i new media

Le strategie di marketing del passato privilegiavano aspetti quali il processo di produzione, il prodotto, la vendita. Benché tali orientamenti abbiano dato frutti, oggi si rivelano inadeguati, poiché la poliedricità del mercato e la maturità della clientela spingono le imprese ad avere un ruolo sempre più propositivo. E’ proprio qui che gli strumenti di Web Marketing possono offrire un notevole supporto.

Promuovere qualcosa sul web significa garantirgli visibilità in mezzo a una marea di contenuti, rendere consapevoli i navigatori della rete della sua esistenza, attirare la loro attenzione e, soprattutto, intercettare i loro interessi e bisogni.Una strategia di Web Marketing per ogni azienda è principalmente legata alla necessità di ottenere la massima visibilità sul web, valutata la crescita costante degli utenti online.

Secondo dati Nielsen nel mese di luglio 2010 c’è stato un incremento del 10% degli utenti di internet rispetto allo stesso mese del 2009.

Sono 10,8 milioni di individui, che navigano in media per 1 ora e 28 minuti al giorno. Più in dettaglio (55.8%) gli uomini e (44.2%) le donne on line, con una maggiore distribuzione nella fascia d'età 35-54, seguita dalla fascia 25-34 anni.

In un tale scenario, i new media offrono, sia alle grandi aziende sia alle PMI, concrete opportunità per sviluppare il proprio business e competere in mercati dalla connotazione sempre più globale.

Fino a luglio 2010 Nielsen ha rilevato 15.769 aziende inserzioniste, oltre 100 in più rispetto al 2009. Internet è stato il mezzo con l’aumento più rilevante di inserzionisti (+24,0%).


Le strategie di promozione online che vengono maggiormente utilizzate dalle imprese sono:

1. pagare i click o il tempo di permanenza del nostro messaggio pubblicitario su siti, portali o piattaforme di condivisione;

2. campagne di mail marketing;

3. ottimizzazione del sito per i motori di ricerca affinché sia meglio rintracciabile dagli utenti;

4. annunci sponsorizzati su Google Adwords;

5. campagne sui social networks;

6. diffusione di video virali.

Il vantaggio dell’investimento in questo tipo di strategia è dato da:

1) relazione diretta e dinamica tra aziende e consumatori, il web dà la possibilità di impostare la comunicazione come una relazione, se puoi conoscere i tuoi lettori, per te non saranno più generici consumatori, che possono cliccare sul tuo banner, ma “amici” a cui consigliare un prodotto o un servizio;

2) soglia di ingresso molto contenuta rispetto ai mezzi tradizionali;

3) investimenti misurabili in tempo reale, caratteristica di cruciale importanza, soprattutto nell’attuale crisi economica che costringe a prestare sempre più attenzione all’allocazione del budget.

Gli svantaggi possono essere inerenti al canale web e ad alcuni strumenti legati a esso:

1. difficile localizzazione della campagna pubblicitaria su specifiche aree geografiche nelle quali operano le PMI;

2. difficoltà nella gestione di reazioni negative rispetto al brand o al prodotto, soprattutto quando si tratta di campagne sui social media, per questo consigliamo di concedere la gestione di pagine fan e blog a esperti del settore;

3. le newsletter e il direct mail sono inutili, se non indirizzate a chi si è già iscritto al sito, o chi si registra alla newsletter con l’intento di ricevere informazioni sul prodotto o servizio, in caso contrario verranno considerate dagli utenti pubblicità invadenti;

4. i banner sono invasivi, e “disturbatori” della navigazione, soprattutto quelli che si aprono a tutta pagina, sono utili invece se il loro contenuto è inerente al sito che li ospita e rimandano ad approfondimenti maggiori.