La Moka Lab è la valvola di sfogo dell'agenzia La Moka, uno spazio aperto
verso cui far convergere qualsiasi argomento riguardante il sociale,
la pubblicità progresso, sostenibilità e tutela ambientale, sensibilizzazione civica,
idee e news sul mondo del marketing, della pubblicità e del design.


La Moka Lab is La Moka Agency's outlet, an open space
an open space in which letting converge any argument such as the social,
the advertising progress, the environmental sustainability and defense, the civic sensitiveness,
the design, ideas and news on the world of the marketing.



27 aprile 2010

Coppie storiche per le nozze di Cesvi


Cesvi, organizzazione umanitaria che si occupa di cooperazione esviluppo internazionale, lancia una campagna volta alla promozione dei prodotti nozze solidali che costituiscono un importante strumento di raccolta fondi.
L’iniziativa si chiama "Scommetti che ci Sposiamo?"

L’idea creativa della campagna, rivolta ad un target giovane (25-35), punta a distinguere Cesvi dal panorama delle altre organizzazioni che utilizzano immagini romantiche e piuttosto classiche. Proprio per questo la campagna è stata lanciata prevalentemente sul web attraverso attività di buzz e sfruttando la forza dei social networks.

Come testimonial sono stati scelti alcuni personaggi della storia e della letteratura protagonisti di amori travagliati. Le loro pazzie d’amorecompiute per conquistare la loro dolce metà sono state rivisitate quindi in chiave ironica.
I personaggi in questione sono Cesare & Cleopatra, Dante & Beatrice, Penelope & Ulisse, Romeo & Giulietta e Renzo & Lucia.
Cesare, Cleopatra, Dante e Beatrice hanno aperto i loro profili su facebook e twitter, social network sui quali si sono sviluppate le trame dei loro amori.
Contemporaneamente sono stati pubblicati anche dei video su YouTube con le pazzie di Dante per Beatrice e di Cleopatra per Cesare.
Il tutto serviva da lancio per coinvolgere fans e amici dei personaggi in modo più attivo incoraggiandoli a caricare sul sito della campagna il video della loro pazzia per partecipare così al concorso La pazzia d’Amore che partirà il 30 aprile.

La coppia protagonista del video che su YouTube riceverà il maggior numero di visualizzazioni diventerà testimonial della prossima campagna pubblicitaria per "Scommetti che ci Sposiamo?" attraverso l’immagine realizzata da un fotografo professionista.

24 aprile 2010

Le formiche fanno guerrilla per la Baygon

Piccolo spot con delle vere formiche che protestano contro l'aggressività dei prodotti Baygon. Simpatica ed efficace!

21 aprile 2010

Vendere l'anima per un videogioco

Quante volte ci è capitato di acquistare servizi, giochi o programmi su Internet saltando a piedi pari quella noiosissima parte del contratto scritta a caratteri minuscoli? Avanti, chi le legge mai le clausole. "Male che vada – pensiamo di solito – mi arriveranno un paio di e-mail indesiderate da cestinare".

Chi però il primo aprile 2010 ha acquistato qualcosa da GameStation, un negozio di giochi online, potrebbe aver commesso una leggerezza di quelle fatali: una delle clausole comprendeva la cessione dell'anima a titolo sempiterno e incondizionato. Proprio così.

Ecco cosa diceva la clausola: "Concludendo un ordine su questo sito il primo giorno del quarto mese dell'Anno Domini 2010, l'acquirente ci garantisce un'opzione non trasferibile per reclamare la sua anima immortale, ora e per sempre. Qualora decidessimo di avvalerci di tale opzione, l'acquirente accetta di cedere la sua anima immortale, e di rinunciare a qualunque pretesa su di essa, entro 5 (cinque) giorni lavorativi dal momento della ricezione della comunicazione scritta inviata da gamestation.co.uk o da uno dei suoi servitori autorizzati".

Seccante.

Non è certo la prima volta che qualcuno ci casca: la storia è piena di casi di anime perse, vendute o strappate, a partire dal Dr. Faust, passando per Keanu Reeves nell'inquietante L'avvocato del diavolo, fino ad arrivare a Homer Simpson (a cui basta in cambio una ciambella) e a Bart, che cede la propria anima all'amico Milhouse per poi pentirsene amaramente e riaverla indietro entro la fine dell'episodio.

Ma questa volta non c'è finzione.

Chi ha accettato i termini dell'accordo e non ha cliccato l'apposita opzione per salvarsi (e guadagnare nel processo un buono da 5£), si prepari a rinunciare per sempre alla sua anima. E quindi, come da tradizione, alla dannazione eterna.

Paura?

In realtà potete stare tranquilli: GameStation ha dichiarato che renderà il pieno possesso delle anime ai7500 ex proprietari.

L'intento, oltre a realizzare un (riuscito) pesce d'aprile, era sollevare un dibattito sull'attenzione scarsissima che l'utente medio presta durante la fase di sottoscrizione di un contratto.
Pare che, di tutti i clienti che in quel giorno hanno fatto acquisti sul sito inglese, solo il 12% abbia badato a non includere nel pagamento la propria essenza immortale.

A quanto pare non sanno proprio cosa farsene...

Via Yahoo Giochi

Coca Cola contesa in volo tra i grattacieli di New York

Grande trovata pubblicitaria Coca Cola durante il SuperBowl 2008 (quando il cartone animato Griffin non era ancora diventato un cult in Italia).
Un arrabbiato Stewie Griffin e un simpatico Underdog cercano di accaparrarsi una bottiglia di Coca Cola.
Ma tra i due litiganti...

Clever Little Bag: packaging ecologico per Puma

In un video Puma spiega i benefici per l’ambiente del nuovo packaging destinato alle calzature.

Via Ninja Marketing

Consigli per una corretta comunicazione - Coerenza nella comunicazione

Perchè la vostra azienda ha bisogno di un’identità coerente?

Immaginate di essere membri di un gruppo di consulenti professionali e che un’imprenditrice si presenti ogni volta con un look diverso a ogni incontro.

Immaginate che a un incontro si presenti con un taglio di capelli alla moda, un abito rosso sgargiante e un paio di scarpe dal tacco a spillo. All’incontro successivo immaginate che la stessa persona indossi un abito blu stile marinaro con i capelli lisci tinti di un colore diverso e che a ogni incontro abbia un look diverso. Di questo passo ognuno la scambierà per qualcun altro e non riuscirà a capire chi essa sia, la sua personalità e se lavorare con quella persona sarà vantaggioso.

Infatti quell’imprenditrice potrebbe essere un’agente immobiliare di successo e proprio la persona che vi serve per trovare l’immobile che state cercando. Tuttavia continuate a ignorarla perché appare inaffidabile.

Il punto? Considerate le implicazioni:

- il giudizio sull’affidabilità delle persone e delle aziende è basato sull’aspetto esteriore, look e immagine, noncuranza delle capacità o esperienza (cioè l’abito “fa” il monaco);

- la percezione del pubblico influenza la vita delle aziende;

- un’identità incoerente danneggia le relazioni con il cliente.

L’abito rosso sgargiante che grida “guardatemi” è accettato come stile di un venditore estroverso.

Non è necessario essere trasandati o vestiti in modo eccessivo per essere notati a tutti i costi. E’ il cambiamento costante che danneggia la fiducia dei clienti.

Questa prima parte dell’articolo di Joanna L. Krotz contiene chiaramente riferimenti a uno stile di vita più propriamente “anglosassone”, comunque non “italiano”. Tuttavia a ben guardare anche nello “stile” italiano possiamo individuare “stereotipi” che condividiamo con altre culture. Pensiamo al look dei funzionari di banca oppure al mondo della finanza in genere: vestito blu scuro, camicia bianca o azzurra, cravatta non appariscente, sono una costante e devono esserlo per infondere nel pubblico un’immagine o se volete “un’impressione” di fiducia, sicurezza, stabilità, reputazione e non ultimo, potere. Pensate alla divisa del medico: non è solo un abito da lavoro. E’ un indicatore, un “segno” come può esserlo la barba o il pizzetto. Provate a osservare le reazioni delle persone di fronte a un uomo adulto con un pizzetto grigio curato che si aggira nei corridoi di un ospedale indossando un abito a tinta unita non sgargiante. Nove volte su 10 viene scambiato per un medico o un “professore”. Evoca l’immagine depositata nella nostra memoria di bambini, ci ricorda i medici di una volta, seri, dal fisico possente celato dietro un camice bianchissimo con lo stetoscopio al collo. Uno stereotipo, appunto, l’immagine, il look che noi “crediamo” che un medico debba avere. L’abito, in tante occasioni, fa il monaco.

Un altro esempio chiarirà il concetto. Pensate a “Beautiful” il serial televisivo. Cercate di immaginare l’interno della casa dei Forrester. E’ esattamente come deve essere l’abitazione di una famiglia facoltosa. Gli elementi che fanno un ambiente “ricco” sono i seguenti: tappeti, libri, grandi vasi con piante e fiori, luce calda mai volgare, drappeggi e tendaggi preziosi, legno, nero e oro, i colori del lusso che a seconda delle mode possono accoppiarsi al crema, al grigio, al bianco.

(Joanna L. Krotz "Why your company needs a consistent identity")

Video shock di Greenpeace contro Nestlè - parte seconda

Retorica o non retorica, attacco discriminato o meno, quelli di Greenpeace stavolta sono stati decisamente sovversivi. Approfittando dell’assemblea generale degli azionisti di Nestlè, decine di persone vestite da orango si sono introfulate innalzando cartelli che rivendicano un break per le foreste in cui vivono, continuamente prese d’assalto dai produttori di olio di palma.
Circa un mese fa c’era stato il primo atto, un video shock che aveva segnato l’inizio della battaglia contro la multinazionale, produttrice del KitKat.

Video shock di Greenpeace contro Nestlè - parte prima



nestle-killer.jpg

Hai bisogno di un break? Anche le foreste. E’ il monito lanciato direttamente da Greenpeace, che alle ore 12 del 17 marzo 2010, ha messo su YouTube un video shock che denuncia l’utilizzo dell’olio di palma per la produzione del KitKat da parte della Nestlè, con conseguenze dannose alla foresta pluviale indonesiana e alla sopravvivenza degli oranghi che la abitano. “Questa mattina più di un centinaio di attivisti, alcuni travestiti da oranghi, hanno invaso uffici e stabilimenti di Nestlé in Inghilterra, Germania e Olanda chiedendo allo staff della multinazionale di chiedere alla propria azienda di non utilizzare olio di palma che viene dalla distruzione della foresta indonesiana“.



Via Bloguerrilla

McDonald's at Piccadilly Circus

McDonald's ha lanciato lo scorso Aprile, un "gioco" interattivo: i passanti possono interagire con le immagini visualizzate su schermo gigante LED in Piccadilly Circus. La gente può assumere un ruolo interattivo in uno dei luoghi più fotografati di Londra. Le foto degli utenti sono state postate su Flickr

Check it out!



Una serata al bar con gli amici? Può costare 73.000 dollari

In Brasile hanno creato un'efficace campagna per sensibilizzare i giovani a non mettersi alla guida dopo aver bevuto. Gli ignari clienti si sono trovati davanti a conti salatissimi da pagare alla cassa del bar.
La campagna è entrata a far parte della "Top 10 Education Videos of the Week" creata da Paulo Gandra.

2 aprile 2010

Mailorama e una Guerrilla indesiderata…

Mailorama, agenzia web francese, aveva organizzato un’azione di guerrilla marketing per lo scorso week end. L’idea era quella di regalare buste contenenti denaro (dai 5 ai 500 euro in contanti) da un autobus ai passanti di Parigi.

Per motivi di sicurezza, pero’, l’azione è stata cancellata. Nei pressi della torre Eiffel, infatti, si erano radunate circa 5.000 persone, per raccogliere il maggior numero possibile di buste.

Il tutto si è concluso con lanci di oggetti, risse e scontri con le forze dell’ordine: il guerrilla marketing si è trasformato insomma in vera e propria guerriglia urbana.

C’è pero’ da dire che in questo modo l’agenzia si è ritrovata su tutte le tv e i giornali, una visibilità forse superiore a quella ottenibile con i 100.000 euro stanziati…


Via Marketingjournal

Ricerca piccioni con Msn

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Simpatico outdoor brasiliano che mette in mostra tutti i vantaggi del nuovo servizio MSN Search, guardate qua e ditemi se non vi vien voglia di soffermarvi a vedere questo strano evento (guardate il video per rendervi conto di quello che succede), ok, forse il guano dei piccioni vi terrebbe distanti.

Via Bloguerrilla

Il poster fatto di sapone

E’ bellissimo pensare come la pubblicità si adatti e si trasformi a seconda del luogo geografico in cui si va a manifestare. Evidentemente un’azione del genere in Italia non avrebbe avuto alcun senso, invece in Vietnam cambia totalmente la visione e l’interpretazione del messaggio. Così per incoraggiare la popolazione a lavarsi le mani con il sapone dopo essere andati in bagno, sono stati realizzati questi speciali poster, realizzati per l’appunto in vero sapone.

La campagna è un’iniziativa del World Bank e del Ministero per la Salute vietnamita.

“This poster is made of soap.
Use it to wash your hands.”

soap-paper.jpg

Via Bloguerrilla

No Underwear Subway Ride: il pesce d’aprile di Improv Everywhere

Improv Everywhere, dopo anni di No Pants, decide infatti di organizzare il primo No Underwear Subway Ride. Solita meccanica: discorso di Matt Adams davanti ad una folla festante e via per la metropolitana di New York a mostrare i gioielli di famiglia. Tutto finto, sono bastati degli slip color carne e il classico bollino da censura per far gridare allo scandalo e ricevere disapprovazione da parte dei tanti affezionati del movimento.

Via Bloguerrilla