La Moka Lab è la valvola di sfogo dell'agenzia La Moka, uno spazio aperto
verso cui far convergere qualsiasi argomento riguardante il sociale,
la pubblicità progresso, sostenibilità e tutela ambientale, sensibilizzazione civica,
idee e news sul mondo del marketing, della pubblicità e del design.


La Moka Lab is La Moka Agency's outlet, an open space
an open space in which letting converge any argument such as the social,
the advertising progress, the environmental sustainability and defense, the civic sensitiveness,
the design, ideas and news on the world of the marketing.



25 novembre 2010

Donne e pubblicità


Suitsupply è una nota casa di moda olandese, che da poche settimane ha lanciato una campagna pubblicitaria per promuovere la nuova collezione chiamata “shameless“, spudorato. Quanto si possono considerare creative?












24 novembre 2010

Vampire party per donatori di sangue



Campanga non convenzionale per Djuice, compagnia telfonica dell' Ungheria e Croce Rossa hanno deciso di “unirsi” per stimolare i giovani di Budapest al di sotto dei 26 anni a donare il sangue. Nei centri dedicati per la raccolta di sangue (trasformati ad hoc per l’occasione), per ogni litro di sangue donato Croce Rossa e Djuice hanno regalato un ingresso omaggio al Vampire Party, truccando i fortunati vincitori con due buchi sul collo. In pochi giorni sono stati raccolti circa 25 litri di sangue.

22 novembre 2010

Marketing virale e social media

Una strategia di marketing virale o di buzz marketing non significa solo creare un progetto di forte impatto creativo che porti il picco di visualizzazioni a un video o di fan a una pagina Facebook, ma significa invece tenere sotto controllo tutto il periodo di diffusione della campagna, l’andamento del lavoro degli utenti, il loro passaparola e la loro interazione.

La comunicazione virale definisce l’insieme delle strategie che permettono un più semplice, accelerato ed economico sistema per diffondere e condividere un messaggio. Questa condivisione è permessa grazie alla diffusione delle nuove tecnologie, il loro impatto e la loro influenza, e mette in primo piano i protagonisti che la utilizzano.

Attraverso questi strumenti si offrono al consumatore esperienze più profonde e coinvolgenti perché c’è la possibilità di sfruttare ambienti nuovi, senza limiti fisici, geografici, temporali.

La moderazione della campagna virale e l’interazione con il brand, inoltre, permettono la ricezione di feedback durante lo svolgimento della campagna da parte dell’utente.

Il web 2.0 rappresenta la massima espressione della relazione tra azienda e consumatore sul web. Un patrimonio relazionale che viene utilizzato dall’azienda non solo per ascoltare passivamente, ma anche per lanciare nuove iniziative, per testare prodotti o per sviluppare idee innovative.

La relazione è quindi alla base di un’azione virale.

Il caso che vi propongo è l’iniziativa di Greenpeace vs Nestlè, ricorderete sicuramente il video con cui Greenpeace chiede a Nestlè un break per foreste e oranghi.



Nestlè quindi ha timidamente annunciato che avrebbe utilizzato dell’olio di palma sostenibile, ma Greenpeace ha lanciato una controffensiva, chiedendo ai suoi sostenitori di protestare contro Nestlè, condividendo i video online e modificando la propria immagine del profilo di Facebook con l’immagine “Nestlè Killer” e boicottando i prodotti Nestle.

Subito, tantissimi sostenitori di Greenpeace hanno modficato la propria immagine del profilo, invaso la pagina fan di Nestle su Facebook, innescando un meccanismo che ha portato a tutta una serie di commenti negativi e mal gestiti.

Infatti uno (sfortunato) rappresentante Nestlè si è messo a dettar legge sulla pagina (con tanto di insulti, censure, e minacce).

Che cosa fare nel caso di una rivolta dal basso?

Questo esempio ci mostra quanto sia importante la gestione e la moderazione di una pagina fan fatta da professionisti e non da dipendenti che passano lì per caso.

Il community manager non può essere uno stagista a cui affidiamo piena libertà solo perché fa parte della nuova generazione. Non ci si può improvvisare; serve una figura con esperienza, oltre che in grado di comunicare tempestivamente con il top management. Soprattutto nel caso Nestlè, visto che stiamo parlando di una comunicazione corporate.

E attenzione, anche chiudendo commenti o rimuovendo la fan page, la conversazione si sposta altrove.

Quindi è importante ascoltare e classificare le domande o le affermazioni negative e individuare il problema di fondo che si nasconde dietro all’attacco.

Uno degli errori di Nestlè è stato quello di prendersela con gli utenti e rispondere in modo offensivo.


Il nostro consiglio:

- proponi intanto una soluzione;

- poi... ascolta le soluzioni proposte dai consumatori.

18 novembre 2010

Samsung Galaxy Tab come antagonista all’ iPad




Ecco il nuovo Samsung Galaxy Tab e il suo nuovo video virale.
U gruppo di dipendenti della Manikowski Worldwide si ritrova alle prese con alcune disavventure, ma con loro c’è Galaxy Tab.


16 novembre 2010

Condom o no condom?



Condom or no condom? Questo video è stato realizzato da una organizzazione non-profit inglese.
Il video, rivolto ai ragazzi, fa un chiaro esempio di tutto quello che può succedere se scegli o no di comprare un profilattico. Le conseguenze delle tue azioni, se decidi di usarlo o no.





Alcuni degli esempi più famosi di questa tipologia di video:

Tripp-ex



Hell Pizza

Alex Droner vita su facebook



E’ un corto sulla vita di un uomo raccontata attraverso il profilo Facebook. Sembra il profilo di ognuno di noi, fatto di contenuti, interazioni, relazioni, tutta la vita al di fuori di Facebook viene raccontata attraverso Facebook. Il regista è Max Luere.

11 novembre 2010

Fun Hotel Montemezzi

Quando vi parliamo di comunicazione non convenzionale, non parliamo di azioni assurde, o costosissime. Oggi vi proponiamo un esempio di azione di guerrilla molto semplice e diretta, unita all'utilizzo degli strumenti social media.




Guardate l’Hotel Montemezzi di Vigasio, in provincia di Verona, come ha deciso di approcciare con i propri clienti, sicuramente in maniera completamente diversa dagli altri alberghi, lo chiamano “The Fun Hotel”.
All'insaputa degli ospiti si sono realizzate candid camera con strani personaggi come protagonisti, supereroi, agenti segreti, che per due giorni hanno fatto scherzi comparendo all'improvviso da una porta, rubando il bagaglio di qualche ospite o servendo velocemente ai tavoli :).



Come potete vedere le candid sono molto semplici, ma divertenti e accattivanti per il pubblico online.
Inolte l'Hotel Montemezzi, ha una pagina fan, sulla quale può interagire con gli ospiti passati e gli ospiti futuri, e sulla quale ci aggiorna su quelle che saranno le azioni future, come lo specchio magico o la modifica dell'arredo all'interno di una camera all'insaputa del cliente :)
E poi il blog dove trovare le schede dei personaggi protagonisti delle candid.

8 novembre 2010

Come si fa guerrilla?

Le campagne di guerrilla sono usate come campagne complementari in grado di accelerare il posizionamento del brand o sottolineare specifici valori di marca.
Ogni azione sul territorio deve potersi trasformare in qualcosa di memorabile che viene raccontato e che può essere interessante per i media, cosi ogni evento deve contenere un invito implicito alla viralizzazione.

Un’ azione di guerrilla per diventare notizia, deve essere in grado di vincere una serie di barriere:
• relative al contenuto, quanto è importante o interessante la notizia, il livello di importanza dei soggetti coinvolti, impatto sull’interesse nazionale, quantità di persone coinvolte, rilevanza rispetto agli sviluppi futuri;
• relative alla concorrenza: una notizia può essere selezionata da un giornale solo perché ci si aspetta che lo facciano anche altri editori;
• relative alla proprietà: ogni testata tende a tutelare il suo proprietario e le reti economiche che lo sostengono, eviterà quindi di pubblicare notizie che danneggino l’editore.

L’idea, il progetto o il marchio dovranno essere nascosti all’interno di un vero e proprio cavallo di Troia in grado di superare le barriere protettive del sistema.

Una volta raggiunta la visibilità mediale, la news deve essere in grado di replicarsi nel tessuto sociale, deve essere abbastanza interessante da trasformare una parte consistente del pubblico dei media in untori desiderosi di condividerla con altri.

La notizia deve diventare passaparola, leggenda metropolitana, gossip, un virus che aumenti il prestigio di chi la diffonde, senza incontrare news in competizione.


Questo è un esempio di ottimo guerrilla, ma possiamo considerarlo anche viral, e buzz marketing, l’idea, il marchio e il progetto sono perfettamente nascosti all’interno dell’evento e come potete notare la virilizzazione su giornali e blog ha avuto grande successo.

3 novembre 2010

Google Demo Slam



Google ha lanciato Google Demo Slam , piattaforma dedicata a demo tecniche di prodotti e tecnologie, anche non necessariamente legati a Google, per i quali il requisito fondamentale è quello di essere creati dagli utenti stessi. L'obiettivo è di riuscire ad avere demo tecniche meno noiose.

Da oggi è dunque possibile accedere al sito e votare gli scontri tra le presentazioni, mettendo l’uno contro l’altro le demo per ora create anche da Google. Oltre ad aumentare la creatività delle demo, ovviamente l'obiettivo di Google è di attirare più persone possibile.

L'idea è sicuramente coinvolgente per gli utenti ma il risultato potrà vedersi solo a lunga scadenza, la riuscita dipenderà ovviamente dal numero di utenti che riuscirà a chiamare a sè, ma soprattuto da quante persone decideranno di partecipare.

Ecco il video per la promozione.

2 novembre 2010

Tecniche per creare Buzz

Il marketing contemporaneo si fonda sul ritorno alla centralità del valore del passaparola, sulla trasmissione di informazioni, considerazioni, opinioni. Le ricerche dimostrano che le persone sono più propense a fidarsi di una comunicazione che avviene attraverso il passaparola, rispetto a forme di persuasione più tradizionali, come la pubblicità classica o azioni di marketing convenzionali, perché esiste una forte credibilità derivata dall’alto valore percepito della fonte, ritenuta attendibile non avendo un interesse diretto alla vendita.

Ci fidiamo più del consiglio di un amico o di un parente che ha già acquistato quel prodotto o servizio rispetto a un messaggio pubblicitario.
Il valore del passaparola è indiscutibile perché le persone citano il passaparola come forma di comunicazione che più di ogni altra cosa influenza la decisione d’acquisto.

Per incentivare il passaparola, le aziende cercano di trasformare i consumatori in promotori attraverso diverse tecniche:

programma sconti: il modo più elementare per incentivare il passaparola positivo, mettendo a punto uno sconto che funzioni come una ricompensa per coloro che passano parola a nuovi clienti;
distribuzione di campioni: invece di distribuire gratuitamente campioni prova a chiunque all’interno di un mercato target, si selezionano gli utilizzatori leader, ai quali viene dato il campione e i quali diffonderanno la notizia;

potere ai clienti: trasformare i partecipanti alle ricerche di mercato in promotori, facendogli percepire di poter influire sulla realizzazione di un prodotto, un servizio, un iniziativa, attraverso le risposte che danno alle domande di un questionario;

ambasciatori del brand: questo strumento si basa sull’idea di invitare i consumatori migliori e più soddisfatti a diventare ambasciatori del brand, attribuendogli particolari privilegi, sia per se stessi, sia da condividere con gli amici (se porti un amico avrai un prodotto gratis). Questi privilegi possono includere offerte esclusive, inviti speciali, anteprime su nuovi prodotti;

buona causa: appoggiare una causa nobile, non solo aumenta le vendite in modo diretto fornendo un ulteriore motivo di scelta, ma fornisce anche ai consumatori attuali un’altra motivazione per passare parola.

Il passaparola che avviene ad alta frequenza produce l’effetto buzz (ronzio), da qui il buzz marketing: marketing virale finalizzato alla realizzazione di prodotti, servizi o comunicazioni commerciali che abbiano in sé la propensione a diffondersi spontaneamente fra le persone come virus.