Quante volte ci è capitato di acquistare servizi, giochi o programmi su Internet saltando a piedi pari quella noiosissima parte del contratto scritta a caratteri minuscoli? Avanti, chi le legge mai le clausole. "Male che vada – pensiamo di solito – mi arriveranno un paio di e-mail indesiderate da cestinare".
Chi però il primo aprile 2010 ha acquistato qualcosa da GameStation, un negozio di giochi online, potrebbe aver commesso una leggerezza di quelle fatali: una delle clausole comprendeva la cessione dell'anima a titolo sempiterno e incondizionato. Proprio così.
Ecco cosa diceva la clausola: "Concludendo un ordine su questo sito il primo giorno del quarto mese dell'Anno Domini 2010, l'acquirente ci garantisce un'opzione non trasferibile per reclamare la sua anima immortale, ora e per sempre. Qualora decidessimo di avvalerci di tale opzione, l'acquirente accetta di cedere la sua anima immortale, e di rinunciare a qualunque pretesa su di essa, entro 5 (cinque) giorni lavorativi dal momento della ricezione della comunicazione scritta inviata da gamestation.co.uk o da uno dei suoi servitori autorizzati".
Seccante.
Non è certo la prima volta che qualcuno ci casca: la storia è piena di casi di anime perse, vendute o strappate, a partire dal Dr. Faust, passando per Keanu Reeves nell'inquietante L'avvocato del diavolo, fino ad arrivare a Homer Simpson (a cui basta in cambio una ciambella) e a Bart, che cede la propria anima all'amico Milhouse per poi pentirsene amaramente e riaverla indietro entro la fine dell'episodio.
Ma questa volta non c'è finzione.
Chi ha accettato i termini dell'accordo e non ha cliccato l'apposita opzione per salvarsi (e guadagnare nel processo un buono da 5£), si prepari a rinunciare per sempre alla sua anima. E quindi, come da tradizione, alla dannazione eterna.
Paura?
In realtà potete stare tranquilli: GameStation ha dichiarato che renderà il pieno possesso delle anime ai7500 ex proprietari.
L'intento, oltre a realizzare un (riuscito) pesce d'aprile, era sollevare un dibattito sull'attenzione scarsissima che l'utente medio presta durante la fase di sottoscrizione di un contratto.
Pare che, di tutti i clienti che in quel giorno hanno fatto acquisti sul sito inglese, solo il 12% abbia badato a non includere nel pagamento la propria essenza immortale.
A quanto pare non sanno proprio cosa farsene...
Via Yahoo Giochi
Nessun commento:
Posta un commento