1. visibile a un vasto pubblico (numerosi contatti)
2. riutilizzabile (ripetizioni di contatto)
3. economica.
Ecco dunque che in molte capitali d’Europa (sulla scia americana, naturalmente) si vedono circolare per le strade borse e sacchetti dalle forme più strane, con le stampe più originali al fine di rendere l’effetto finale fortemente attrattivo: checché sene dica è infatti fuori dubbio che queste shopper “di seconda generazione” (volendo ironizzare) attirino fortemente l’attenzione dei passanti… Naturalmente il materiale che più si presta a tali trasformazioni è la carta con i suoi derivati (carta plastificata, cartone…).
Considerando il divieto imposto dai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico di commercializzare sacchi da asporto non conformi agli standard europei, dallo scorso 1° gennaio non è più possibile utilizzare shopper in plastica bensì esclusivamente quelle ecologiche (biodegradabili, in stoffa o in carta, appunto).
La tematica in oggetto, dunque, diventa quanto mai attuale anche in Italia, in cui il “non convenzionale” arriva generalmente con ritardo. Ci si aspetta nel breve periodo, perciò, che anche nel nostro Paese inizino a circolare buste dai manici di capelli, o nella cui impugnatura via siano stampati pesi da palestra.
Le campagne di maggior impatto che all’estero hanno visto il ricorso a questa bag advertisement (così è stata battezzata), sono quelle a carattere sociale: doppi sensi che sensibilizzino il target di passanti su tematiche delicate come la tutela degli animali o la lotta alla pena di morte.
Le campagne di maggior impatto che all’estero hanno visto il ricorso a questa bag advertisement (così è stata battezzata), sono quelle a carattere sociale: doppi sensi che sensibilizzino il target di passanti su tematiche delicate come la tutela degli animali o la lotta alla pena di morte.
Nessun commento:
Posta un commento