
DATTI UNA MOSSA, BAMBOLA.
"svendita tutti gli abiti da cerimonia fino al 23 dicembre."
Cliente: MARIAELENA atelier
Advertising Agency: la-moka.com
Art Director: Rocco Sparapano
Copywriter: Raffaele Magrone
Published: November 2011
Azione di guerrilla marketing ideata dall’agenzia di comunicazione non convenzionale Vietcom di Bari per il parco divertimenti Miragica di Molfetta.
Questa mattina i bagnanti di Margherita di Savoia si sono ritrovati inconsapevoli protagonisti di un caso alla C.S.I.
Orme giganti di strani esseri è stato lo spettacolo a cui tutti hanno assistito, tra mille domande, dubbi, supposizioni e strane teorie. Uno Yeti? Gli alieni? Big Foot?
La fantasia dei bambini, la razionalità degli adulti e le investigazioni dei cultori del crimine hanno accompagnato, come nei thriller più riusciti, questa insolita mattinata. Addirittura un sopralluogo eseguito direttamente dai R.I.S. in persona a certificare la veridicità di quanto accadeva. Sguardi attoniti, silenzi e stupore… Tutto vero allora, nessun trucco?
Il trucco c’è ma non si vede, è la fantasia capace di scatenare Miragica, portando i giganti addirittura in spiaggia.
Nulla di nuovo sotto il solo, ma grazie alla preparazione ed esecuzione di questa campagna, non poteva certo passare inosservata. Bravi ragazzi… banzai!!!
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ws7LC1RWaaYUna delle attività-base delle Pubbliche Relazioni è quella svolta dall’Ufficio Stampa aziendale. Questo consentendo all’azienda di comunicare in tempo reale con l’opinione pubblica, infatti, contribuisce a mantenere alto il suo livello di accettazione. Nello specifico tre sono gli obiettivi che deve perseguire:
- Costruire e rafforzare l’immagine aziendale
- Mantenere alto il livello di visibilità dell’azienda
- Fornire informazioni precise e tempestive stimolando l’interesse dei media (in primis dei giornalisti) sulle attività e i prodotti dell’azienda.
Gli strumenti che ha a disposizione per raggiungerli sono i seguenti:
- la media list: un archivio di nominativi e recapiti dettagliati di tutti i giornalisti con cui l’azienda ha interesse ad instaurare e mantenere relazioni;
- la rassegna stampa: una raccolta ragionata di articoli di stampa che trattano dell’azienda, del suo personale o in generale dall’ambiente in cui questi operano;
- la cartella stampa: documentazione e schede informative sulla struttura e i servizi aziendali, brochure e materiale fotografico, distribuiti generalmente durante eventi organizzati dall’azienda stessa o conferenza stampa su specifiche attività.
Mentre i tre sopraelencati sono mezzi con cui l’azienda può gestire le relazioni con i media, i seguenti sono quelli che più nello specifico realizzano concretamente il processo comunicativo: il comunicato stampa, la conferenza stampa, l’intervista, il convegno, la convention, la tavola rotonda, il press tour, le fiere e le mostre. Ognuno di essi prevede delle fasi di progettazione e realizzazione peculiari e chiama in causa risorse umane con differenti skills e competenze. Ma è indubbio che l’impatto più evidente è dato dall’utilizzo dei primi due elencati, perché utilizzati con maggiore frequenza dall’Ufficio Stampa rispetto ai restanti.
Per quanto questi due strumenti di comunicazione siano ormai diffusissimi (sia nel pubblico che nel privato) non è raro che vengano utilizzati con superficialità e poco senso critico. Non è infatti raro che si organizzino ad esempio conferenze per pubblicizzare attività che non abbiano affatto carattere di novità e per le quali quindi l’incontro si traduce solo in una perdita di tempo per tutti partecipanti. Come non è raro che l’Ufficio Stampa non ricorra (laddove necessario) ad efficaci comunicati stampa di risposta ad accuse dettate dall’opinione pubblica all’azienda.
Valga come esempio la gestione della comunicazione durante periodi di crisi per l’azienda – il Crisis Management – all’interno della quale l’Ufficio Stampa assume un ruolo predominante. Quando accadono imprevisti che arrecano danno ai clienti aziendali e l’azienda ne è responsabile delicato obiettivo da raggiungere non è tanto il risarcimento del danno (come si può pensare) bensì la riconquista della fiducia da parte del cliente. Come la si ottiene? Argomentando spiegazioni veritiere sull’accaduto e offrendo scuse che siano percepite come sincere … dunque “comunicando”! Se l’azienda non è munita di un ufficio Stampa efficiente, capace di gestire una comunicazione di qualità, rischia non solo di perdere i clienti che hanno realmente subito il danno ma anche quelli esterni all’accaduto ma che rivalutano la propria idea dell’azienda in termini negativi.
PR: Public Relations.
Tutti ne hanno sentito parlare, tutti sanno di cosa si tratta ma solo gli addetti ai lavori sono coscienti della loro vera essenza, quella per la quale risultano molto più articolate della semplice persuasione all’acquisto di un biglietto d’ingresso in discoteca …
Naturalmente, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di azioni rivolte ad opinion leader e portatori di interesse, cioè organizzazioni dotate di pubblica influenza delle quali si vuole ottenere la benevolenza. Gli obiettivi che queste permettono di raggiungere sono più specifici:
- Creare notorietà, attirare l’attenzione sull’organizzazione in questione (o un suo prodotto, servizio, rappresentante, …);
- Supportare l’azione commerciale, ad esempio prima del lancio del prodotto ottenendo maggiori risultati nella forza vendita e nella distribuzione;
- Migliorare la credibilità, divulgando messaggi positivi che accentuino la sensibilità verso l’organizzazione;
- Ottimizzare il budget. Le Pubbliche Relazioni sono infatti una delle forme di comunicazione promozionale più economiche.
Alla luce di ciò la figura professionale preposta, l’addetto alle PR, non appare più di elementare formazione, bensì un ruolo di elevata responsabilità: dalle sue capacità relazionali, comunicative e organizzative dipendono la qualità e la durata delle relazioni che l’organizzazione riesce ad instaurare.
Solitamente tale figura è esterna all’organizzazione in quanto ci si rivolge ad agenzie specializzate in tale tipo di attività. Dunque, nella maggior parte dei casi le PR sono gestite in outsourcing e si traducono nell’utilizzo in una pluralità di strumenti informativi e conoscitivi: dai prodotti stampa con finalità propagandistiche ai comunicati stampa, dall’organizzazione di eventi alle interviste personalizzate. Purtroppo in Italia è ancora diffusa l’idea secondo la quale tali attività comunicative non siano necessarie, non siano una basilare leva del Marketing al pari del prezzo o del prodotto stesso.
Ma ovunque nel mondo si concorda che il principale “mezzo” che si ha a disposizione per attuare le Public Relations sia l’Ufficio Stampa; questo concretamente consente all’organizzazione di comunicare in maniera repentina con l’opinione pubblica tramite l’intermediazione delle agenzie di stampa, le testate giornalistiche e le emittenti radiotelevisive. Pensare all’Ufficio Stampa come al nodo principale all’interno di un network, capace di generare sempre nuovi legami, aiuta più facilmente a dedurre quanto i new media non siano affatto esclusi dal tradizionale meccanismo delle Pubbliche Relazioni, anzi. Le potenzialità del web in tale ambito sono elevatissime: pensate alla creazione di appositi forum online dedicati al lancio di un evento o un prodotto, pensate a tutte le manifestazioni culturali pubbliche che hanno avuto fama mondiale e delle quali si hanno avuto notizie solo sui social network …
Forse proprio a testimonianza di tale capacità si stanno diffondendo anche in questo ambito pratiche sleali (ma non illegali) nell’uso delle PR: le cosiddette “smear pr”. Rientra in tale categoria qualunque uso delle relazioni pubbliche condotto per mettere in difficoltà altri e non per costruire una migliore reputazione di sé. Molti dei casi di insuccesso nelle Relazioni Pubbliche, in realtà, sono casi di smear pr contro le quali bisogna necessariamente tutelarsi. Valga come esempio il caso di due agenzie di Relazioni Pubbliche italiane (la Brunswick e la Image Building) accusate di avere favorito attività di insider trading sul caso Parmalat/Lactalis (uno dei grandi gruppi industriali del settore agroalimentare): senza andare nei dettagli, accade che per suscitare attenzione su una certa organizzazione le agenzie preposte vengano in possesso di preziose informazioni aziendali e che le gestiscano a proprio piacimento pur di raggiungere lo scopo per cui sono state ingaggiate.
La scelta delle agenzie a cui ci si affida deve essere dunque più che oculata.
Sembra sia ufficiale: anche i politici appartengono alla “generazione 2.0”, o meglio cercano di appartenervi. D’altronde come poteva la preziosa potenzialità del web non attrarre i maestri dell’ars oratoria? Da che mondo è mondo l’uomo politico basa popolarità e consensi sulla proprie capacità di persuasione e soprattutto comunicative. Ecco dunque che al popolare comizio di piazza si affianca oggi il “social networking”. Il risultato? Twitter e soprattutto Facebook sono invasi da profili di personalità istituzionali e amministrative. Per aumentare il dialogo con i votanti più giovani, non è più sufficiente pubblicare un web site che dia informazioni all’utenza; è necessario ricorrere a quegli strumenti comunicativi bidirezionali, che le nuove generazioni utilizzano ormai nella loro vita quotidiana come alternativa alle conversazioni faccia a faccia: blogs e social networks sono preziosissimi mezzi di confronto politico e dunque propaganda.
Naturalmente il pioniere al riguardo è stato il presidente statunitense Obama che, con la sua costante presenza online e la pubblicazione di meeting ufficiali cui chiunque può prendere parte, si è pienamente meritato l’appellativo di “internet president”.
Nel Bel Paese, invece, tra i politici che godono di maggiori consensi in rete ci sono Nichi Vendola e Silvio Berlusconi, ma la situazione è in realtà ben diversa: uno studio del 2008 sulla comunicazione politica online, condotto da un gruppo di lavoro dell’Università La Sapienza di Roma, evidenzia che parlamentari e amministratori italiani sono significativamente presenti in rete ma non hanno visibilmente compreso la strategicità degli strumenti conversazionali in ambito politico. Ciò avviene perché la presenza in rete con profili personali non corrisponde spesso a una reale apertura al dibattito politico e al confronto ideologico; topics e blogs vengono aggiornati dagli staff redazionali del politico solo nei periodi caldi preelettorali, per poi essere abbandonati nelle fasi successive. Nulla di più sbagliato è da fare in comunicazione, soprattutto politica! Se oggi si parla tanto di Marketing politico un motivo ci sarà ... Esso è molto più che la semplice applicazione meccanica delle leve di marketing tradizionale a tale area di interesse: è bensì uno strumento con cui aumentare l’effettiva efficacia della comunicazione basato sull’analisi e l’identificazione del potenziale elettore, sulla progettazione di un’offerta che risponda esattamente ai bisogni del target di riferimento. All’interno di tale progettazione la scelta dei mezzi di comunicazione da utilizzare e le modalità con cui farlo sono vitali: i new media riducono le distanze tra i fruitori, consentono dibattiti e confronti talvolta costruttivi, danno reale voce all’opinione pubblica … dunque assicurano quella maggiore partecipazione attiva su cui dovrebbe basarsi il successo di un uomo politico. Il prendere o meno coscienza di tali potenzialità determina, dunque, la differenza tra la comunicazione politica italiana e quella che si vorrebbe poter imitare!
Ecco la pagina di Niki Vendola
Di Silvio Berlusconi non siamo riusciti a trovare la pagina ufficiale.
Oggi vi proponiamo alcuni casi di uso scorretto di questi strumenti di marketing e l’incapacità di gestire eventuali riscontri negativi da parte degli utenti.
1) 1) brand di moda Patrizia Pepe.
Le immagini, pubblicate sulla pagina Facebook, hanno suscitato i commenti negativi, perché considerate istigatrici dell’anoressia. La risposta dei community manager di Patrizia Pepe invece di smorzare i toni, ha alimentato la polemica.
2) Ducati
Ad alcuni commenti negativi sulle prestazioni di Valentino Rossi e sulla rivalità tra piloti all’interno della scuderia, i community manager della pagina Facebook di Ducati hanno preferito cancellare gli interventi. Cosa è accaduto?
3) Aiazzone
Azienda in bancarotta, incapace di consegnare prodotti e di pagare gli stipendi dei propri dipendenti, ha avuto la geniale idea di aprire la pagina Facebook di Aiazzone dove si parla di sconti e promozioni. Questo è tutto quello che un community manager professionale non farebbe. pagina Facebook di Aiazzone che, naturalmente, è ancora online a prendere tutte le critiche e gli insulti degli utenti.
Secondo uno studio dell’Università Iulm di Milano solo il 10% delle piccole aziende utilizza i Social Media come canale di comunicazione. Ancora pochi? Spesso lo fanno male, gestendo ancora peggio gli investimenti, convinte che basti creare una pagina fan per riuscire a essere competitivi in maniera seria sul web.
Poi ci sono casi eccezionali dove le PMI che utilizzano i social media lo fanno davvero bene!
Quello di cui vorrei parlarvi oggi, è un’iniziativa che mi è stata segnalata da Giuseppe Romondia – proprietario del Pizzicato EcO Bed & Breakfast, che si trova in Puglia, nella provincia di Foggia e precisamente a Vico del Gargano in Puglia.
Pizzicato EcO Bed & Breakfast è praticamente ovunque nel Social Web. Su Facebook ha una pagina fan che conta oltre 850 iscritti, che amministra con foto, video, note e informazioni rilevanti per i suoi clienti, lo stesso su YouTube, Flickr, FriendFeed, Foursquare e Instagram.
Il portale www.bed-and-breakfast.it – il maggiore portale italiano dedicato alla microricettività, dal 2009 organizza “La settimana del Baratto“. Si tratta di un’iniziativa che si svolge nella terza settimana di novembre, in cui viene rilanciata una formula sulla quale per secoli si è basata l’economia familiare: il baratto. Così anche Pizzicato ha preso spunto da questa iniziativa: “Se sei un artista nell’anima… Baratta la tua arte… fai la tua proposta e saremo lieti di concordare e offrirti un soggiorno in cambio. Il baratto è aperto a tutti, non solo ad artisti… sei un falegname? Un esperto di marketing? Un cuoco o un imbianchino? Non fa differenza l’importante è il baratto sano e fatto con serietà”.
Beh: un ottimo esempio, non credete?
Perché non ci provate anche voi? La nostra terrà è cosi bella...
Oggi l’Italia compie 150 anni.
Ispirati da questo grande evento, e dal nostro quinto compleanno, abbiamo deciso di omaggiare il tricolore con un’affissione tutta particolare.
In questo ultimo mese abbiamo pensato tanto a come festeggiare con voi i nostri cinque anni e in più pensavamo ad un’azione di comunicazione che omaggiasse la nostra bella Italia.
Abbiamo fuso le due cose, definendoci un'agenzia "tricolore".
Tricolore non solo nel marchio, simbolo italiano per eccellenza, ma anche negli intenti.
In noi c'è il rosso della passione che ci spinge ogni giorno a migliorarci, c'è il bianco come la trasparenza dei nostri rapporti con tutti voi, e il verde, come la speranza che la nostra generazione ha di farsi largo.
Senza contare che come tanti piccoli garibaldini (scusate il paragone azzardato) cerchiamo tutti i giorni di portare alto il nome dei creativi italiani, a dispetto di quelli europei o americani, sempre troppo applauditi.
Un compleanno che cade in un momento storico certamente controverso, in una fase di polemiche e difficoltà oggettive.
Il compleanno dell'Italia può essere occasione per riflettere su come restare uniti, su come ripartire e migliorare, su come lavorare sodo e farci valere.
Auguri Italia, perchè tu sia sempre di più una Repubblica fondata sul buon lavoro.
Auguri Italia per i tuoi centocinquanta anni.
Da una giovane agenzia a una giovane Nazione.
Vi aspettiamo fra 5 anni.
Nel frattempo vi auguriamo e ci auguriamo di crescere insieme.
La maggior parte degli albergatori italiani, ha profili, gruppi e pagine ufficiali per i loro alberghi su facebook o all'interno di diversi social network, senza avere un minimo di strategia, dedicando poi pochissimo tempo all’aggiornamento dei contenuti.
Di solito questi profili vedono solo alcune foto dell’hotel, i contatti, e delle brevi descrizioni copiate e incollate dal sito ufficiale. Tutto questo è sbagliato!
Se decidete giustamente di approcciarvi ai social media, perchè sono il luogo dove gli utenti trascorrono più tempo, influenzando anche le loro scelte, dovete avete una strategia e degli obiettivi ben precisi, e dedicare impegno costante a questi strumenti per riuscire a conseguirli.
Vi propongo il caso dell’Hotel Montemezzi di Vigasio, in provincia di Verona, ha intrapreso un nuovo percorso, denominato “The Fun Hotel”.
Il soggiorno diventa un momento divertente grazie al coinvolgimento del pubblico con attività interattive, scherzi fatti con candid camera, ed effetti strani come modifiche dell'arredamento.
Una delle prime attività non convenzionali svolte dall’Hotel è The Candid Camera Hotel. All’insaputa degli ospiti, strani personaggi si sono introdotti all’interno dell’hotel: un ladro, un supereroe e due agenti segreti.
Per due giorni hanno fatto scherzi comparendo all’improvviso, o sostituendosi al normale personale dell’hotel. Se il ladro rubava le valigie in reception e il supereroe sfrecciava tra le persone, gli agenti erano pronti a scortare le portate di cibo al ristorante, quanto a prelevare velocemente chiunque fosse a tiro.
La Fan Page è il fulcro della comunicazione online, che assieme al blog, posizione al meglio l'Hotel sui motori di ricerca.
In pochi mesi la pagina fan e twitter hanno raggiunto ottimi risultati.
In molti avrete sentito parlare di Flash Mob, qualcuno di voi saprà anche di cosa si tratta, ma di certo non tutti ne hanno compreso le origini e le potenzialità...
Dall’inglese, Flash Mob sta per “aggregazione di una notevole quantità di persone in uno stesso luogo e in un preciso istante, per eseguire una determinata azione limitata nel tempo”. Ci si serve di canto, ballo, gestualità, rappresentazioni grafiche di ogni tipo e chi più ne ha più ne metta.
I partecipanti all’evento (flashmobbers o mobbers) organizzano il raduno in uno spazio pubblico solitamente ricorrendo a nuovi mezzi di comunicazione veloci come sms, social network, mail, passaparola telematici all’interno di web communities, vivono la breve esperienza e poi si disperdono come nulla fosse accaduto.
Il primo di questi fenomeni ufficialmente riconosciuto risale a New York, nel 2003, ma poco tempo ha impiegato per diffondersi in tutta Europa.
Il primo, durato circa 2 ore a Victoria Station, è stato un cosiddetto “Silent Rave” durante il quale 4.000 mobbers si sono dotati di lettori musicali e cuffiette e hanno ballato a ritmi diversi nel più completo silenzio.
Il secondo, organizzato in occasione del concerto Oprah's 24 Kickoff Party, è consistito in un vero e proprio spettacolo di danza condotto dal pubblico durante l'esibizione dei Black Eyed Peas.
Le sue potenzialità sono proporzionali alla sua efficacia: un evento del genere può anche non implicare elevati investimenti finanziari perché conta molto sull’utilizzo del web per la sua diffusione, e in più assicura un notevole grado di popolarità perché nasce esso stesso con l’obiettivo di “far parlare di sé”.
E’ indubbio, infatti, che quando lo scopo è promuovere qualcosa, la fase organizzativa precedente all’evento assuma un ruolo fondamentale, molti credono di poter improvvisare un Flash Mob perché guardarne alcuni fa sembrare che l’evento “vada da sé”, come il caso della compagnia telefonica T-Mobile UK il 30 aprile 2009 ha distribuito 2.000 microfoni a Trafalgar Square a Londra coinvolgendo in un gigantesco karaoke migliaia di persone… facendosi promotrice di buonumore!
Dopo aver visto immagini come quelle appena proposte, siete magari stuzzicati dall’idea di farne uno da soli, semplicemente invitando amici e conoscenti. Vi consigliamo di no, perché è proprio la capacità - creativa, programmatica e logistica - a consentire di sviluppare progetti che di per sé sembrano molto semplici da realizzare!
Per di più il risultato potrebbe anche non essere dei migliori, come questi casi: