
In molti avrete sentito parlare di Flash Mob, qualcuno di voi saprà anche di cosa si tratta, ma di certo non tutti ne hanno compreso le origini e le potenzialità...
Dall’inglese, Flash Mob sta per “aggregazione di una notevole quantità di persone in uno stesso luogo e in un preciso istante, per eseguire una determinata azione limitata nel tempo”. Ci si serve di canto, ballo, gestualità, rappresentazioni grafiche di ogni tipo e chi più ne ha più ne metta.
I partecipanti all’evento (flashmobbers o mobbers) organizzano il raduno in uno spazio pubblico solitamente ricorrendo a nuovi mezzi di comunicazione veloci come sms, social network, mail, passaparola telematici all’interno di web communities, vivono la breve esperienza e poi si disperdono come nulla fosse accaduto.
Il primo di questi fenomeni ufficialmente riconosciuto risale a New York, nel 2003, ma poco tempo ha impiegato per diffondersi in tutta Europa.
Il primo, durato circa 2 ore a Victoria Station, è stato un cosiddetto “Silent Rave” durante il quale 4.000 mobbers si sono dotati di lettori musicali e cuffiette e hanno ballato a ritmi diversi nel più completo silenzio.
Il secondo, organizzato in occasione del concerto Oprah's 24 Kickoff Party, è consistito in un vero e proprio spettacolo di danza condotto dal pubblico durante l'esibizione dei Black Eyed Peas.
Le sue potenzialità sono proporzionali alla sua efficacia: un evento del genere può anche non implicare elevati investimenti finanziari perché conta molto sull’utilizzo del web per la sua diffusione, e in più assicura un notevole grado di popolarità perché nasce esso stesso con l’obiettivo di “far parlare di sé”.
E’ indubbio, infatti, che quando lo scopo è promuovere qualcosa, la fase organizzativa precedente all’evento assuma un ruolo fondamentale, molti credono di poter improvvisare un Flash Mob perché guardarne alcuni fa sembrare che l’evento “vada da sé”, come il caso della compagnia telefonica T-Mobile UK il 30 aprile 2009 ha distribuito 2.000 microfoni a Trafalgar Square a Londra coinvolgendo in un gigantesco karaoke migliaia di persone… facendosi promotrice di buonumore!
Dopo aver visto immagini come quelle appena proposte, siete magari stuzzicati dall’idea di farne uno da soli, semplicemente invitando amici e conoscenti. Vi consigliamo di no, perché è proprio la capacità - creativa, programmatica e logistica - a consentire di sviluppare progetti che di per sé sembrano molto semplici da realizzare!
Per di più il risultato potrebbe anche non essere dei migliori, come questi casi: